Il giardino minimalista

I giardini minimalisti sono diventati molto apprezzati negli ultimi anni, specie dalle persone che preferiscono l’ordine, le linee semplici e perchè no, una profonda sensazione di calma e pace.

Il concetto di giardino minimalista segue le idee dell’ architettura modernista del XX secolo, quando gli edifici dalle forme essenziali in cemento e vetro richiedevano un paesaggio circostante disadorno; la cultura giapponese, con l’essenzialità del proprio linguaggio ha permesso, attraverso i meravigliosi equilibri dei giardini zen, di apportare una nuova forma progettuale.

Ma quali sono i temi ricorrenti che si trovano nella progettazione di un giardino minimalista? l’uso dello spazio, inteso come sequenza di spazi definiti e puri, un ambiente definito da “setti”, orizzontali (acqua, manto erboso) e verticali (chiusure murarie o pannelli in legno), e infine una forte integrazione con la presenza di acqua.

Una porta verso il minimalismo.

L’evoluzione dello spazio esterno, nel design del giardino negli anni ’60, ha portato a considerare i giardini più piccoli in modo diverso. Piuttosto che una parte separata della proprietà, il giardino è diventato, nel corso degli anni, una vera e propria estensione della casa stessa. L’introduzione di portefinestre con ampie superfici vetrate e successivamente, di porte totalmente apribili per rimuovere ogni barriera tra interno ed esterno, ha aperto la strada alla creazione del giardino minimale.

Come accennato precedentemente, la vera fonte di ispirazione del minimalismo risiede nel concetto dei giardini zen giapponesi. Rocce perfettamente posizionate sono incastonate su una superficie di ghiaia immacolata, rastrellata in modelli vorticosi. L’essenza di una natura ricreata a livello di spirito più che di semplice riproposizione. Nella rivisitazione occidentale, purtroppo, la ricerca di questo equilibrio spirituale, è andato perso nel tempo, trasformandosi piano piano semplicemente in uno stile “progettuale”.

L'uso dello spazio.

La definizione dello spazio, in un giardino minimalista, è forse l’aspetto più importante per una corretta progettazione. L’equilibrio tra le aree è vitale per creare un ambiente armonioso e nulla dovrebbe distrarre dalla creazione del linguaggio minimalista.

Design formale e semplice, bassa manutenzione per la vegetazione, essenzialità negli ornamenti. Questi sono gli elementi che definiscono un linguaggio minimalista.

Alla ricerca della perfezione.

La pavimentazione in un giardino minimalista deve essere semplice, diretta, ma altamente studiata nei dettagli; i materiali utilizzati, devono essere caratterizzati da forme pure ed estremamente definite.

Materiali come l’arenaria chiara, il calcare, il cemento lavato permettono di ottenere, con relativa facilità, una pulizia nelle forme pur mantenendo un aspetto decorativo e accattivante.

L'importanza delle piante.

Partendo dall’essenzialità degli elementi inseriti all’interno di un giardino minimale, risulta importantissima la scelta accurata che deve essere fatta nella selezione delle piante più idonee. Che si tratti di caratterizzare un punto focale o creare una partizione “verde”, la pianta riesce a conferire allo spazio una dimensione studiata e controllata.

Limitare la scelta delle piante a poche essenze, accuratamente accostate per accrescerne l’importanza, consente di ammorbidire la rigidità di un design che altrimenti potrebbe risultare alienante, senza tuttavia sminuirne la struttura e la linearità.

Giocare con l'acqua.

L’acqua, con i suoi riflessi, le sue increspature, permette di ammorbidire, insieme alla presenza di piante, un’ambiente che potrebbe risultare troppo austero o sterile. La presenza dell’acqua conferisce un’atmosfera rilassante, dinamica, senza imporsi compositivamente all’interno del progetto.

Riassumendo quindi, il concetto di minimalismo elimina tutti i fronzoli per evidenziare la bellezza di un design semplice e scarno. Nel giardinaggio, un giardino minimalista trasmette un profondo senso di calma e pace grazie al design semplice, mentre la manutenzione regolare passa in secondo piano.